Gli automobilisti prepotenti, per cominciare, e non amo neanche le corride, i golosi smodati, quelli che fanno la spia. Idem iI grasso nella carne, i western all’italiana, le scarpe di cuoio duro, i topi. Certi letamai poi, l’acqua dei ghiacciai che si sciolgono (se è troppa), i burocrati accaniti, la pubblicità in tv.
Stessa cosa i liquori forti e quelli che bevono tanto – continuo – i malintesi poco divertenti, i libri che non capisco, i comici di professione. Oppure le barzellette sporche, le cervella bollita o fritta nell’olio, i narcotrafficanti, la maldicenza, le brioches industriali. I film italiani di oggi, in grande maggioranza, le persone sospettose, il polmone nella minestra in brodo, le zanzare, la movida esagerata.
La lana che gratta sulla pelle, ancora, i pranzi formali, la nostalgia cattiva, i fazzoletti di carta. il pesce gommoso da masticare. L’arancione come colore per le maglie, meglio di no, la pomposità, l’odore di cavolo, gli opportunisti, i rumori troppo forti. L’avarizia, aggiungerei, il lusso ostentato, la pappagorgia, gli spettacoli noiosi, il fegato anche con la cipolla.

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