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NΓ© dati nΓ© ricevuti mai sul serio, in quegli anni; neanche abbracci, parlava della pubertΓ e dintorni, quando piΓΉ certe aspettative si erano accese.
Era la fantasia a galoppare, questo sΓ¬, sβispirava alla realtΓ allora, prendeva le mosse da un film da qualche libro, da fotografie; un giorno sΓ¬ e un giorno no poteva succedere, di solito prima di addormentarsi.
Della sua etΓ le ββbelleββ che invocava (tredicenni, quindicenni), col tempo le effusioni si erano evolute: guancia contro guancia, guancia contro labbra, labbra contro labbra …
La piΓΉ assidua in sogno, a quattordici anni, era una vicina del sestiere: esisteva davvero, si chiamava Luciana, riccioli castani, naso piccolo e bocca carnosa. Marcus un ladro in libertΓ , si figurava nella mente, lei una prigioniera; veloce comβera nella corsa (almeno quello) riusciva a un certo punto a liberarla: con due finte alle gambe, in Campo San Stefano, toccando al volo lei per mano, sulla punta delle dita. Scappavamo via dalla tana/prigione poi, attirava su di sΓ© le guardie che li rincorrevano. Dopo venti secondi Luciana finiva per dargli un bacio, come ringraziamento, dietro il monumento a NiccolΓ² Tommaseo.
Oppure la spiaggia del Lido come sfondo. Stabilimento del ββDes Bainsββ, camminavano lungo il mare, luglio inoltrato, piccole onde allβaltezza delle spalle; con Marcus a sinistra cβera una biondina, paffuta, presa nuovamente dalla vita reale, Donatella. Si trattava di una compagna di scuola, una classe indietro; odore di latte condensato, occhi azzurri, non sapeva nuotare. Incontravano una buca nella sabbia, a un certo punto, non si toccava: lei un fremito di paura, stava per finire sotto col naso. Lui a sostenerla alla vita allora, le impediva di bere; uno sfiorarsi affettuoso poi, tempia contro tempia, ββmi hai salvataββ, non appena tornati sul bagnasciuga.

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