Sentire e fare

Un bambino piccolo perde la sua mamma in incidente stradale; un datore di lavoro cinico e violento approfitta, sessualmente, della docilità della sua giovane dipendente.  Un cane lupo fedele e affezionato viene avvelenato, da un vicino di casa, che non sopportava i latrati; un prestatore di lavoro timido e silenzioso si vede mobbizzato pesantemente, in banca, dai suoi superiori.

   Conseguenze?  Il bambino piangerà invano, chiamerà e invocherà a lungo, spargerà lacrime, cercherà con lo sguardo di qua e di là: la giovane dipendente si vergognerà, penserà ai propri sogni perduti, soffrirà, si rimprovererà per la sua dabbenaggine. Il padrone del cane si ritroverà afflitto internamente, turbato, sfoglierà ogni tanto le foto dell’animale, ricorderà i segni di affetto; il bancario farà il conto delle malagrazie ricevute, arrossirà per i rimproveri, avrà un senso di umiliazione e di fallimento. 

   Soprattutto, però, il bambino sarà meno accudito giornalmente, imboccato e accompagnato, smetterà di fare certi giochi, si cambierà meno frequentemente la biancheria, riceverà altri tipi di baci; la ragazza molestata non avrà più lo stesso carattere, diverrà sospettosa, vedrà in altro modo gli uomini, farà brutti sogni, ritoccherà il suo stile   di vita. Senza più cane, nessuna passeggiata notturna per il padrone ormai, niente giochi e corse nei prati di alta montagna; il bancario in croce farà pochi soldi, a sua volta, prenderà meno iniziative, vedrà cambiare i rapporti di potere in casa, perderà qualche amico.

    È sul ‘’fare e non fare’’, all’esterno, più che sul ‘’sentire e non sentire’’, dentro di noi, che si hanno al mondo gli impatti più vistosi. L’esistenza oggettiva conta quanto il dolore, nell’illecito, se non di più. Di ciò dovranno tenere conto i risarcimenti.

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