Si appostavano presso qualche ufficio postale, o filiale bancaria; meglio se in zona pedonale, attenti che non ci fossero poliziotti. Se la prendevano poi con dei correntisti – pensionati, donne preferibilmente โ che avevano appena prelevato del denaro (dentro il locale un complice li informava). Con uno scooter piombavano alle spalle della vittima, le strappavano via il portafoglio o la busta coi soldi, scomparendo poi in mezzo al traffico.
Sembrava trattarsi di gente dellโest, andavano e venivano dal confine in giornata. Dai suoi amici in
Questura Flamingo era riuscito ad avere delle foto, ritraevano le sagome dei probabili โโlestofantiโโ, da lontano; altre immagini le avevano scattate lui e Dorian, un poโ confuse.
Restava da dare il via allโoperazione.
Cโerano varie possibilitร , non sapevamo dove sarebbero scesi in campo, volta per volta. Quale locus delicti avevamo immaginato soprattutto la Posta Centrale; occorreva intervenire in corso di flagranza, riuscire a coglierli sul fatto.
Per gli โโagguatiโโ iniziali si erano mossi i miei pard triestini, giร in agosto: tutto vano le prime volte, niente di significativo era accaduto. A fine mese era arrivato il mio turno.
Delicato il compito assegnatomi. Per prepararmi avevo fatto esercizi di vario genere, nelle ultime settimane: stiramenti, pesi, jogging, flessioni la mattina presto: sullo scatto breve, indispensabile da copione. I progressi erano stati buoni.
Il terzo appostamento in Piazza Vittorio Veneto doveva rivelarsi quello giusto.
Cโeravamo dati appuntamento alle undici e trenta, io e Flamingo, quel venerdรฌ. Lui sulla sua Honda Enduro, da quaranta cavalli, bianca e rossa, camuffata per la circostanza; la targa appariva impiastricciata di proposito, illeggibile per le telecamere.
Scelto un punto strategico, un poโ riparato, eravamo rimasti ad aspettare. Entrambi casco nero sulla testa, Flamingo al posto di guida, pronto a entrare in azione; io sul sellino posteriore, cosรฌ per mezzora in silenzio.
Tutto si era svolto poi in pochi minuti.
Mezzogiorno passato. Un signore anziano, ben vestito, era uscito dal Palazzo delle Poste con una busta in mano; dopo averla riposta nel borsello aveva preso a camminare verso destra. Si era fermato venti metri piรน in lร , al semaforo di via Milano, giallo in quel momento.
Allโimprovviso era sbucato un motorino, dal fondo della piazza; cโerano sopra due persone, andava a gran velocitร : motore truccato, rumore assordante, aveva raggiunto lโanziano in un attimo. Gli era arrivato di spalle, a quel punto si era visto il passeggero seduto dietro sporgersi col braccio destro: afferrare al volo il borsello, che lโanziano teneva alla spalla, strapparlo via con forza.
Sgommata delle due ruote poi, il conducente si era buttato a sinistra, come un lampo, verso via Milano.
Era il momento che aspettavamo.
Un colpo di gas, lโEnduro di Flamingo era schizzata fulminea sul marciapiede, libero in quel momento da pedoni; voltato lโangolo a sinistra, in tre secondi eravamo sulla scia del motorino. Lโavevamo raggiunto e affiancato da dietro; non mi era stato difficile, a quel punto, giocando sulla sorpresa, allungare la mano verso lโautore dello scippo. Quello che aveva fatto lui un attimo prima. Gli avevo sfilato il maltolto, da sotto il gomito, senza quasi che se ne accorgesse, me lโero ficcato dentro al giubbotto.
โโChi la fa lโaspettiโโ, avevo urlato.
Sembrava un film, tutto vero invece.
Frenata repentina, Flamingo aveva arrestato la Honda a pochi metri da Via Filzi. Neanche un secondo e i due scippatori, fermi davanti a noi di venti metri, erano ripartiti col motorino, di colpo, lanciandosi verso Via Carducci. Disorientati dallโaccaduto, probabilmente intimoriti, avevano bruciato il semaforo col rosso; scomparendo in un attimo su per Via Coroneo.
Si era allโepilogo, ultimi trenta secondi.
Ero balzato giรน dallโenduro, mi ero girato allโindietro senza togliermi il casco, borsello fra le mani. In pochi balzi avevo raggiunto lโincrocio in cui era avvenuto lo scippo; il derubato stava ancora lรฌ, in piedi, gente varia intorno, si lamentava ad alta voce: mi ero avvicinato in silenzio, facendomi largo nel gruppetto, senza dire una parola, di forza gli avevo infilato il borsello sotto lโascella sinistra. Dietrofront nuovamente, a falcate veloci ero tornato alla Honda, Flamingo era lรฌ ad aspettarmi, col motore acceso. In un attimo ero balzato sul sellino, nessuno a rincorrermi; scatto celere a sinistra della moto, verso Piazza Dalmazia; in tre secondi senza voltarci avevamo fatto perdere le nostre tracce.
Il giorno dopo il โโPiccoloโโ riferiva lโepisodio su tre colonne. Cosa fosse โโsuccesso a quel semaforo di Via Romaโโ non era chiaro. I testimoni erano vaghi, gli inquirenti laconici. โโTutto bene quel che finisce beneโโ, comunque; per vie traverse i soldi erano stati restituiti, contenta la vittima, che non ci aveva rimesso nulla โฆ spiaceva solo che, dalle telecamere, risultassero โโirriconoscibili sia i malviventi, sia il tizio che aveva riportato la refurtivaโโ.
In ottobre avevamo portato a termine, come Impavidi, altre spedizioni del genere; tre erano andate a buon fine, col recupero del maltolto. A queste non avevo partecipato.
Da novembre gli โโscippatori in scooterโโ – mai catturati nรฉ da noi, nรฉ dalla polizia – sarebbero scomparsi da Trieste; nessuno ne aveva sentito piรน parlare
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