Un uomo e una donna fanno una passeggiata in campagna. Lui, John, è un dottore un po’ strano, alto, bruno; lei, Costanza, una psichiatra bella, luminosa. Camminando, sul sentiero fra i prati, sole splendente, colline, parlano di cose leggere: dei sentimenti, dei poeti, della psicanalisi. Lei dice che si esagera con questi discorsi sull’amore, al giorno d’oggi, che in realtà è possibile vivere anche senza. Lui la guarda sorridente, la prende in giro con gli occhi. Lei insiste, un po’ ostinata. Arrivano vicino a un filo spinato, lei tenta di scavalcarlo da sola, incespica invece e cade, lui la sorregge, premuroso, l’aiuta a rialzarsi. Infine John prende le zainetto, “Mangiamo?”, ci sono dei panini, le chiede se preferisce col formaggio o col prosciutto; lei lo ascolta sorridendo, ispirata da qualcosa dentro, cambiata, guardando verso il cielo, il paesaggio: “Sì, prosciutto”.
La sera, poche ore dopo, lei non riesce ad addormentarsi nella sua camera. Sono tutti in una specie di grande villa (c’è anche altra gente nella storia, in questa scena non interessa). Non sa che fare Costanza, è tormentata, si alza allora, prende la vestaglia, esce dalla porta, sale le scale; entra in biblioteca, prende un libro. Si avvia per tornare in stanza, invece si ferma, guarda in alto, comincia a salire la scala, altra due rampe, arriva al pianerottolo sopra; dalla fessura sotto la porta vede che la stanza di lui è illuminata. Altra esitazione, decide di entrare, fa pochi metri, si ferma però al centro della stanza, vedendo che nella camera da letto lì vicino lui è addormentato sulla poltrona. Si blocca incerta.
In quel momento lui si sveglia, la vede, le sorride, dopo un attimo si alza, le viene incontro. Segue un breve dialogo, “E’ tardi” fa lei. Lui annuisce. “Sono venuta per discutere questo libro”. Lui non dice niente, la incoraggia a continuare. Lei dopo un secondo: “Non è vero che è per quello, sono venuta…”. “So perché sei venuta”, dice lui, lei capisce che lui ha capito, resta senza parole: “Ma come è possibile, in così poche ore?”. Lui scuote appena la testa, gentile e saggio: “Non serve il tempo, può accadere in qualsiasi momento, a noi è successo oggi pomeriggio … oggi sì, una luce calda, intensa”. Lei lo guarda avvicinarsi ancora adesso, gli occhi persi, sopraffatta – ecco i due visi che si avvicinano, infine il momento del bacio, il primo fra di loro.
E per farci capire cosa succede, nei cuori di John e di Costanza, ecco la scena che ci viene mostrata: un corridoio lungo, bianco, una porta chiara che si apre lentamente, per dentro, dietro ce n’è un’altra, si spalanca anche questa, in due secondi, dietro un’altra ancora, anche questa si apre da sola, una quarta lontana, quasi invisibile ormai, nella foschia radiosa … questo significa innamorarsi
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