Elvira Reale, Associazione Salute Donna, consulente Commissione Femminicidio al Senato
Nel 2017 la sentenza Talpis, che mette al centro i diritti delle donne nella tutela della violenza domestica, apre le porte ad una nuova stagione, culminata nel 2022, in cui sono le donne vittime di violenza, attraverso associazioni esperte, a compulsare la Corte Europea dei diritti dell’Uomo che da questo momento in poi chiameremo a buona ragione (traducendolo dall’inglese: European Court of Human Rights) Corte Europea dei diritti umani, in modo da sottolineare il nuovo corso che non esclude più le donne dai benefici di sentenze competenti sulla violenza domestica, femminicidi e stupro.
Ma è nel 2022, anno in corso, che possiamo annoverare una svolta importante della CEDU con ben 4 sentenze nell’arco di otto mesi che si muovono dai ricorsi di donne vittime, a vario livello, di violenza domestica e giungono a sentenze che danno loro ragione, mettendo in campo tutti i caposaldi della normativa nazionale e internazionale sulla violenza domestica, a partire dalla Convezione di Istanbul.
Diamo dei rapidi cenni sulle prime tre sentenze del 2022, mentre ci soffermeremo sulla quarta sentenza di più ampio significato per il contrasto alla violenza di genere nei tribunali civili:
la prima, Sentenza del 7 aprile 2022 – Ricorso n. 10929/19 – Causa Landi c. Italia;
la seconda, Sentenza del 16 giugno 2022 – Ricorso n. 23735/19 – Causa De Giorgi c. Italia;
la terza, Sentenza del 7 luglio 2022 – Ricorso n. 32715/19 – Causa M.S. c. Italia
la quarta, Sentenza del 10 novembre 2022 – Ricorso n. 25426/20 – Causa I.M. e altri c. Italia.

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