Il DDL 1136 Il Parlamento si prepara a introdurre una svolta epocale nel mondo digitale, con il DDL 1136 titolato “Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale”, che ha ad oggetto la tutela dei minori on line e mira a vietare l’accesso ai social al di sotto dei 15 anni, con la collaborazione di TikTok, Instagram e YouTube. Infatti, non sarà più possibile eseguire iscrizioni sui social senza consenso dei genitori e senza previa verifica reale dell’età. Il DDL. n. 1136 parte dall’assunto secondo cui i social network non sono direttamente pensati per i bambini, ma sono concepiti e strutturati per un uso consapevole e “maturo”, ancor più in considerazione della evoluzione del web in chiave sempre più commerciale e algoritmica, la qual cosa rende urgente un quadro normativo che riporti equilibrio tra libertà digitale e tutela dell’infanzia.

Si tratta, infatti, di ambienti potenzialmente dannosi per i minori, sottoposti a rischi psicologici e relazionali sempre più diffusi, come dimostrano anche i dati relativi all’uso del bonus psicologo e all’aumento dei problemi di salute legati all’ansia, ai disturbi comportamentali e alla dipendenza dal digitale. Il mondo della medicina collega questi fenomeni proprio all’uso massiccio e incontrollato dei social media, che alimentano confronti tossici, isolamento dai consimili, dipendenza da notifiche e like altrui, rischio di adescamento online.

Il DDL 1136 è volto a proteggere gli under 15 dalle possibili insidie e dai pericoli del digitale, in un’età in cui è ancora difficile individuare e distinguere tutte le minacce. Le nuove regole andrebbero a imporre un controllo effettivo del requisito anagrafico – almeno 15 anni compiuti – e a richiedere l’autorizzazione esplicita e formale dei genitori per l’iscrizione. Con le nuove norme si interromperebbe la prassi delle iscrizioni, sui social automatiche e con semplice autodichiarazione dei propri dati personali, falsificandoli per accedere a contenuti e piattaforme pensate per un pubblico più adulto e consapevole.

Attualmente l’utilizzo dei social è, in sostanza, una libertà automatica a partire dai 13 anni (come stabilito dal Codice Privacy), ma il DDL tende ad inquadrarlo come facoltà soggetta a controllo, consenso e responsabilità genitoriale fino ai 15 anni. Dal compimento di questa età, invece, il soggetto potrà esprimere il consenso al trattamento dei propri dati personali, pur con una certificazione opportuna dell’identità. L’iscrizione ai social sarà infatti vincolata a un sistema tecnico di controllo, che andrà opportunamente elaborato e articolato e che comporterà la gestione in collaborazione con l’Agcom e il Garante per la Privacy. Si stabilisce quindi una solida linea di azione che escluderà ogni possibile verifica dei dati, tramite dei semplici clic o caselle da spuntare, che agevolano la registrazione di account fake e con date di nascita inventate.

La misura più immediata e affidabile sarebbe la richiesta del documento d’identità all’atto dell’iscrizione al social network. Va da sé, però, che un minimo di collaborazione sarà richiesta anche alle stesse piattaforme, perché l’applicazione pratica di questa procedura non sarà agevole o sarà addirittura impossibile se i grandi siti del web non garantiranno l’effettività del controllo, senza riservare margini alle tradizionali elusioni informatiche.

IL DDL 1136 non si limita a vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni, ma affronta anche il fenomeno, sempre più rilevante, dei cosiddetti baby influencer.

Il testo in oggetto introduce, infatti, nuove tutele economiche e patrimoniali per i minori che generano reddito tramite la loro attività online. In particolare, gli introiti derivanti da visualizzazioni, sponsorizzazioni e collaborazioni commerciali, dovranno confluire su un conto vincolato intestato al minore, ma utilizzabile solo al compimento dei 18 anni, come avviene in altri Stati. In questo modo si eviterebbe lo sfruttamento economico dell’immagine dei figli sempre più diffuso tra i genitori di giovanissimi talenti, capaci di attrarre migliaia di followers sul web. Il DDL 1136 rappresenta un passo importante, ma pone anche grosse sfide operative e giuridiche. Infatti, l’efficacia del divieto dipenderà interamente dai sistemi informatici di verifica dell’età, pertanto, si dovrà trovare un equilibrio tra la tutela effettiva del minore e il rispetto della privacy.

Avv. Mariacristina Tammaro

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