Già prima dell’incidente ai suoi genitori qualcosa, dentro di lui, era venuto appannandosi.
Da un po’ avevano smesso di ripetergli, entrambi, che ero ‘’pur con qualche imperfezione’’ un ‘’bel giovanotto’’; e il tempo aveva sempre più confermato quanto le ‘’irregolarità somatiche’’ fossero, negli esseri umani, destinate a creare solitudine.
Non soltanto donne: Quasimodo, Gwynplaine, Toulouse Lautrec, ad esempio, lo stesso Gregor metamorfico di Kafka; ognuno di quei personaggi gli aveva insegnato qualcosa.
Alle medie e al liceo non era diventata più ‘’ortodossa’’ la sua fronte: né erano migliorate, per tono o lucentezza, le sue pupille. Simile a prima anche la linea delle labbra, ingrossate semmai negli anni; portava ora gli occhiali, lenti piuttosto spesse, montatura scura.
Come se non esistesse quale essere umano, per le sue coetanee; secondo quanto già era successo con Giulia, davanti al gallo di ceramica.
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