Questa sera in tanti canteranno, si abbracceranno, tante famiglie vivranno l’emozione della notte prima degli esami, quella che segna il passaggio verso l’età adulta, verso nuovi sogni.
E però…. ci sono anche “quegli altri studenti” e anche quegli altri genitori, quelli con figli con disabilità, per i quali questa notte avrà un sapore diverso, sarà una notte di domande che non troveranno facilmente una risposta. Io ci penso sin da ora, eppure di anni ne mancano un bel po’… mi chiedo se festeggeremo anche noi o se ci limiteremo a stringere un attestato e a sorridere con amarezza per una conquista che non tutti chiamano “diploma”?
Perché vedete, vi spoilero una cosa pazzesca: anche gli studenti con disabilità studiano, si impegnano, affrontano fatiche che pochi possono comprendere, nonostante troppo spesso il loro percorso venga visto come “diverso”, “più facile”, magari una passeggiata.
Eppure, ogni verifica è una montagna e ogni voto è una conquista. Ogni giorno in classe si trasforma in una sfida di resistenza e dignità.
E allora in questa notte pensiamo anche agli studenti che combattono doppiamente, sia per imparare che per essere riconosciuti anche loro come studenti meritevoli di un titolo.
Ah… in questi giorni, grazie ai social, ho contato centinaia di corse ai titoli abilitanti, ai TFA, dove la disabilità viene (a volte) vista come scorciatoia per un posto di lavoro, anziché come una realtà che merita rispetto, impegno e competenza vera. E no, non c’è nulla da festeggiare se un figlio viene trattato come strumento per aggirare la disoccupazione, invece che come studente.
Perdonate lo sfogo, ma “questa notte è ancora nostra”…
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