(il testo che segue, con alcune varianti, è stato pubblicato nel Blog del sito “L’Economia di Francesco”, alla voce Proview, foglio 3, con il titolo: “A Robotic Hand to support the “Invisible Hand” of the Market”)
La legge della domanda e dell’offerta non è una legge nel senso della fisica, non sono presenti relazioni deterministiche che vincolano l’andamento delle variabili. E’ il risultato di comportamenti. Di libere scelte. Se la quantità richiesta di un bene supera l’offerta, i produttori hanno la possibilità di alzare il prezzo. Si accetta di conseguenza che di quel bene ne usufruisca chi ha maggiore disponibilità di denaro.
La domanda è: sono accettabili quei comportamenti? La risposta è: non sempre.
Se un bene è utile, se migliora la vita, se risponde a desideri di particolari acquirenti, o addirittura se appartiene all’ambito del superfluo, allora è accettabile che il prezzo salga. Qualcuno è disposto a pagare di più per migliorare il proprio benessere.
Ma quando il bene di cui si parla ha un impatto sociale forte: quando è indispensabile alla sopravvivenza degli strati della popolazione più bisognosi, ci sono altre strade che si possono percorrere per evitare di far salire i prezzi.
Per riflettere su queste affermazioni immaginiamo una situazione semplice: una casa farmaceutica produce un medicinale di cui è fortemente diffuso il bisogno. Individuata la quantità da produrre l’impresa si dimensiona in modo da soddisfare la domanda e stabilisce nel modo classico i prezzi del prodotto.
Se improvvisamente la domanda aumenta, allora si aprono due possibili vie da percorrere: la prima è alzare i prezzi e fornire il prodotto a chi ha la possibilità di far fronte all’aumento, la seconda è procurarsi la “mappa dei potenziali utenti distinti per urgenza del bisogno” e individuare, rispettando le priorità, l’area che si riesce a soddisfare con la quantità che si è in grado di fornire. Restano fuori da quell’area i meno bisognosi, mentre nella prima soluzione restano fuori i meno abbienti. Il prezzo, nella seconda, non cambia: resta quello stabilito all’origine.
Un esempio recente è quello dei vaccini per il COVID: nell’impossibilità di soddisfare la domanda in tempi brevi, si è scelta la strada di partire nella distribuzione dai più bisognosi (i vecchi, le persone fragili, il personale della sanità, i poliziotti o comunque il personale costretto per ruolo ad avere molti contatti concentrati nel tempo). In quel caso il prodotto era gratuito.
Per avere la mappa dei bisogni occorrono strumenti sofisticati oggi disponibili (piattaforme informatiche: come si è fatto col COVID). Di sicuro in seguito potrà aiutare l’AI.
Chiaro che non è possibile sperare, in presenza di prodotti ad impatto sociale rilevante, che i produttori scelgano di distribuire un prodotto in funzione dei bisogni. Riterranno naturale scegliere il percorso che aumenta i profitti. Occorre dunque un soggetto che si interponga fra il produttore e il consumatore: tipicamente lo stato od una agenzia controllata dallo stato.
Perché non percorrere la strada che prevede di dare priorità ai bisogni, per i prodotti ad alto impatto sociale, che assicura costanza nei prezzi ed evita aumenti e oscillazioni che si prestano a speculazioni?
Uno stato o un insieme di stati che siano in grado di soddisfare l’intera domanda interna di un prodotto ad alto impatto sociale come l’energia (attraverso le rinnovabili, ad esempio) a fronte di un improvviso aumento della domanda possono mantenere costante il prezzo stabilito rispondendo alle richieste solo di una parte degli utenti, quelli i cui bisogni hanno priorità più elevata, lasciando temporaneamente insoddisfatte le richieste eccedenti provenienti dai meno bisognosi e non dai meno abbienti.
L’adeguamento della domanda di chi è rimasto fuori può essere realizzato poi con provvedimenti vari tipo l’emissione di ordini straordinari a produttori esterni o attraverso il prelievo di scorte (che mantengono il prezzo originario).
Per questa seconda via dunque, a fronte di un aumento della domanda, il prezzo non varia, ed è questo che importa a chi è in difficoltà economiche.
Sono gradite domande, critiche e riflessioni in merito.
- Banterle – banterlealberto@gmail.com
Un estratto analogo è stato pubblicato nella rivista on line “il Pensiero Mediterraneo” del 27/04/2023 a firma Enrico Conte.
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