C’è una somma di vuoti che si trascina, sotto il profilo prescrittivo/antropologico, sin dal 1942. Non si sa certe persone cosa vogliano, alcune seguono codici invisibili. Esistono obblighi che riguardano anche i deboli, lieviti dell’anima che dipendono dal denaro; il valore del facere – tollerato, favorito o sconsigliato – mutevole in funzione dei settori.
In che misura le abitudini dovranno cedere al “nuovo”, allora, quando un costo sociale è eccessivo; quando rinunciare è sbagliato, quali gli appoggi davvero indispensabili, quali le priorità per chi decide.
Un scala vicina alla law in action, in definitiva, cosciente del “diritto che non c’è”: attenta agli scambi metropolitani, alle interfacce riservate o silenziose, non escluse le voci più banali.
Momenti di cui si sa ancora poco, magari, destinati però a uscire dall’oscurità – una volta compresa la loro importanza, per il diritto, e quindi la necessità di esplorarli.
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