“Non serve ogni volta, in modo esplicito, una disposizione di legge”.

Andrà comunque permesso, a chi ama trastullarsi nella natura, l’ingresso nei campi e nei boschi non recintati; e gli consentiremo altresì di raccogliere, purché non esageri, lamponi selvatici, primule, roselline di cespuglio.

Anche felci volendo, cardi commestibili; oppure quadrifogli, nocciole, nontiscordardimé lungo i corsi d’acqua.

Verrà impedito ai proprietari di terreni incolti di moltiplicare a casaccio recinzioni, cartelli di “vietato entrare” arroganti. Foto di nidi sempre permesse, agli amatori, purché da lontano; attenzione alle zecche, lasciar stare le vipere.

Consentiti i picnic, i sonnellini, curando che sull’erba non rimangano avanzi di cibo, carte o plastiche. Proibito uccidere bestiole inoffensive. Mai disturbare orsi, rane, camosci, mai tormentare bisce, lontre, marmotte; meglio non avvicinarsi troppo ai formicai e agli alveari, mai staccare pezzi di corteccia dai larici.

 Evitare di alterare in misura percettibile – che non sia per gioco – il letto e il corso dei ruscelli di montagna.

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