EMPOWERMENT NEGOZIALE PER LE PERSONE FRAGILI

Si tratta qui di incoraggiare-organizzare  l’effettuabilità  e il compimento di un determinato ‘’atto giuridico’’, con riguardo a creature le quali (a) accusino sulla carta ‘’ombre’’ di carattere cognitivo o volitivo, magari consacrate in qualche diagnosi o etichetta,  ma (b) risultino in realtà  portatrici di ‘’faville’’ ideative-pulsionali significative e già discrete antropologicamente, autorevoli, rilevanti, autentiche e convincenti, rassicuranti, rispettabili per quanto concerne la conclusione del negozio in esame.

Ad esempio, il minore che vuole poter scegliere lui la sua fidanzatina, la sua scuola, il suo sport, le vacanze, i cibi, i libri da leggere, lo strumento da suonare. La coppia di ventenni o venticinquenni portatori di oligofrenie, magari di una sindrome di Down, che intendono sposarsi o vivere insieme. La persona anziana o ancora giovane, ma con micro-difficoltà non proprio trascurabili, che desidera fare testamento o effettuare una donazione. Il cittadino, con difficoltà relazionali non marginali (carrozzina), cui potrà anche far comodo un ADS, ma che non necessita affatto di essere ‘’incapacitato’’. 

L’elenco di figure potrebbe continuare. Sono situazioni che di fatto esistono già nel nostro ordinamento, e che galleggiano però sparpagliatamente, spesso clandestinamente, senza ordine. 

La sfida è, come s’è detto, quella di raccogliere e ‘’mettere insieme’’ fattispecie abbastanza diverse tra loro: i nuovi spazi negoziali per il minore, appunto, e poi la persona con qualche sindrome anche ufficializzata che non viene però assoggettata ad Ads, o che non viene comunque incapacitata, i problemi legati all’abrogazione dell’interdizione, la responsabilità civile del c.d. incapace, extracontrattuale e contrattuale,  il matrimonio fra persone portatrici di sindrome di down e svantaggi  consimili, i capricci buoni da soddisfare in  una persona anche fortemente debilitata, il si o no al matrimonio fra persone della quarta età e badanti-fidanzate  più o meno giovani, il testamento dell’anziano con qualche ombra psichiatrica e via di questo passo. 

Esiste un filo conduttore significativo, ecco l’interrogativo, fra queste varie stanze e realtà antropologiche? Quale sarà, via via, la ragionevole soglia di equilibrio fra le contrapposte esigenze di libertà e di protezione? Quali, volta per volta, gli indici normativi in un senso e nell’altro?