Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Milano rigettando la richiesta presentata dalla difesa di Impagnatiello, condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano. I giudici hanno ritenuto “irrilevanti” le motivazioni “ai fini di una valutazione della ammissibilità dell’invio dell’imputato al programma di giustizia riparativa”, si legge in una nota del presidente della Corte Giuseppe Ondei

Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Milano rigettando la richiesta presentata dalla difesa dell’imputato, condannato anche in secondo grado all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano. I giudici hanno ritenuto “irrilevanti” le motivazioni “ai fini di una valutazione della ammissibilità dell’invio dell’imputato al programma di giustizia riparativa”, si legge in una nota del presidente della Corte Giuseppe Ondei. Impagnatiello è stato condannato per omicidio aggravato, reato di interruzione di gravidanza senza consenso e occultamento aggravato di cadavere.

Nella decisione, i giudici della Corte d’assise d’appello hanno preso in considerazione tre parametri: “l’utilità potenziale del percorso riparatorio, l’assenza di pericolo per le parti, l’assenza di pericolo per l’accertamento dei fatti”. Inoltre, hanno evidenziato anche la “indisponibilità (per ora irretrattabile) delle persone direttamente danneggiate dai reati commessi a prendere parte all’eventuale ‘programma riparatorio’”.

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