Impegni ogni settimana: al lunedì gli incontri coi familiari e le vertenze nelle case di riposo, al martedì i corsi di formazione e i turni al call center; al mercoledì le audizioni in consiglio e i regolamenti per i servizi, al giovedì le consulenze all’hospice e la tavola rotonda di quartiere.

Viaggi ai bordi dei padiglioni, documentarsi senza libri, interviste agli addetti ai lavori, visite improvvisate; sopportare le critiche ingiuste, qualche scenata, cogliere al volo i patemi nascosti, specialmente come somma di ciò che si subisce, da chi è indifeso e umiliato, che viene inflitto nell’ombra.

Una sfida i conteggi, le verifiche: censire i posti letto nelle cliniche private, ricordare le circolari sul collocamento dei malati psichici, misurare il grado di affollamento nelle celle; occuparsi delle commissioni per le pensioni di invalidità, degli orari degli infermieri, del gratuito patrocinio, dell’immondizia, del pagamento delle rette negli ospizi.

  Molti anche i passaggi misteriosi, nella vita di chi è ai margini: porte bloccate, rumori soffocati all’interno, odore di chiuso, di fumo, di cavolo, di immondizia.   Riottosità, grugniti, diffidenze, bottiglie vuote sul pianerottolo; fili elettrici che pendono, mattonelle sconnesse sotto i piedi, bollette mai pagate, i soldi dentro il materasso forse.   Chiamare, il parroco, i vigili del fuoco?

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