PRESA IN CARICO

Ogni soggetto fragile, quando le difficoltà di ordine gestionale superino una determinata soglia di intensità, andrà preso in carico dalla pubblica amministrazione, tendenzialmente nel Comune di residenza.

Una figura alla quale dobbiamo pensare sempre più spesso quando parliamo di sistema di protezione delle persone fragili è  quella della presa in carico.

Essa corrisponde alla logica dell’articolo 3 della Costituzione ed in particolare al comma 2 “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.

Occorre vincere la tentazione di concepire la carriera che una persona fragile compie nel territorio come appartenente a distinti momenti senza connessione gli uni con gli altri, il momento del giudice se è beneficiario di amministrazione di sostegno, quello della medicina, della psichiatria, quello della scuola, del tempo libero e così via. 

Tutte queste “tappe” che la persona attraversa vanno invece immaginate come qualcosa che avviene secondo una regia, un management abbastanza preciso ed organizzato, che faccia capo, possibilmente, all’amministrazione comunale.