Nell’annullare il provvedimento impugnato per estinzione del reato, la corte di cassazione ha d’altra parte condiviso le argomentazioni delle corti di merito relative alla possibilità che, l’impiegato del Comune che si appropri del denaro della persona tutelata, commetta il reato di peculato.

Nella fattispecie, l’ufficio di tutore ricadeva in capo all’assessore competente per materia che aveva demandato all’unità organizzativa cui l’imputato, quale impiegato, era preposto, l’attività gestionale e di supporto all’organo di direzione politica.

L’imputato risultava, in particolare, delegato all’espletamento in autonomia delle formalità e dei compiti necessari alla cura delle pratiche inerenti dichiarazione dei redditi, richieste di certificazione, gestione di pensioni sociali dei soggetti interdetti o inabilitati in carico al Comune; aveva, inoltre, una specifica delega a maneggiare denaro in relazione a tali funzioni.

Cass. pen. 26358/2025

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