Elvira Reale, Giusy Forte, Fabrizia Longo, Angelica Pipitò, Associazione Salute Donna
I femminicidi e l’inchiesta della Commissione al senato
Il numero di femminicidi è un dato stabile con poche variazioni, in un contesto in cui invece diminuiscono gli omicidi in generale; il fenomeno nella sua persistenza interroga la società e la politica sulle modalità per contrastarlo.
Il femminicidio costituisce un caso di omicidio compiuto da un uomo su una donna in quanto tale. Questo fenomeno è per sua natura strutturale e, quindi, stabile nel tempo: si verifica in tutto il mondo, all’interno di stesse comunità e principalmente in coppia. Dunque, non costituisce solo un fenomeno culturale, ma esso è trasversale a tutte le società e per questo motivo difficile da controllare.
L’obiettivo dell’indagine è stato quello di acquisire elementi utili per individuare caratteristiche e ragioni della sua diffusione, di verificare l’efficacia della legislazione, nonché di identificare le cause di eventuali disfunzioni nel sistema della rete di protezione delle donne vittime di violenza, nell’ambito sociale, sanitario, giudiziario e di tutte le strutture sul territorio.
I risultati dell’analisi statistica riportano che nel biennio 2017-18, in Italia, le donne vittime di omicidio volontario sono state 273 (di cui 132 nel 2017 e 141 nel 2018). Di questi, il numero di casi che la Commissione ha ritenuto potenziali femminicidi si è attestato a 211 (di cui 96 nel 2017 e 115 nel 2018).
Dai dati biografici il profilo delle donne, come quello degli autori, ci indica che non ci sono tipologie specifiche di donne e uomini, né connotati specifici che riguardano l’appartenenza territoriale geografica o le diverse nazionalità e religioni di vittime e carnefici, ma che il fenomeno è trasversale nella popolazione generale.
Le donne, nella fascia di età prevalente che va dai 25 ai 54 anni sono nella maggioranza dei casi madri con figli minori, che rimarranno segnati a vita dall’evento omicidiario. I figli sopravvissuti e non (3 sono uccisi per mano del padre insieme alla madre) sono 172 per 197 donne.
Le donne quindi vanno tutelate anche nel loro ruolo di madri quando vittime di violenza, il rischio che le donne corrono è elevato e quello dei figli anche, perché quando non vengono uccisi, portano per sempre i segni di un trauma irreversibile

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