VERTERANNO NON TANTO E NON SOLO SUL ‘’SE CI SI TROVI’’ DINANZI A UN INDIVIDUO ‘’MALATO O MENOMATO’’, A LIVELLO FISICO O PSICHICO: un essere rientrante come tale in qualche casella nosologica, manualistica, accademica.
Occorre domandarsi piuttosto – a valle, partendo dagli estratti conto, dalle foto, dai tabulati, dai video di registrazione, dai segni digitali di passaggio – se le azioni che compie via via, o non compie, la creatura in questione siano quelle che hic et nunc dovrebbero (in vista di un bilancio fruttuoso) venir intraprese nei contesti familiari, scolastici, lavorativi, relazionali e burocratici in cui la stessa si trova immersa.
Le diagnosi o le etichette di tipo medico, cartaceo, laboratoriale, peseranno e influiranno certamente, anche nell’ottica dell’Amministrazione di sostegno; sempre però fino a un certo punto, come traccia di prima correlazione, orientativa, di sinergia tendenziale, di computo d’insieme circa la situazione.
I fatti omissivi, quelli spiccioli, ‘’ruspanti’’, consistenti nel non essersi l’amministrando attivato quando un’iniziativa sarebbe stata indispensabile, o almeno propizia, hanno valore quasi sempre – in giudizio – ben più di quelli commissivi: prescrizioni o decadenze lasciate cadere, mettiamo, oppure figli piccoli senza libri o senza scarpe, convocazioni in tribunale che vengano disertate, col rischio di condanne evitabili, il cane e il gatto di casa che non mangiano, fiori non innaffiati, centimetri di polvere sui libri, momenti di rassegnazione sul piano igienico, sanitario.

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.